Giovani e donne, siamo i target del PNRR. Presentazione del Women’s Policies Report alla Camera dei Deputati.

Nel mese di dicembre 2021, la Vicepresidente Maria Edera Spadoni e l’Onorevole Emanuele Rossini ci hanno invitate in conferenza stampa, per presentare alla Camera dei Deputati il nostro Report con le policies raccolte al Parlamento Europeo. Un’occasione imperdibile per elevare le voci di tante giovani donne e le proposte che abbiamo raccolto a Strasburgo durante la nostra Women’s Policies Battle.

Nel dibattito sulla quantità e la destinazione dei fondi del PNRR spesso si trascura un aspetto cruciale: la clausola di condizionalità del Next Generation EU vincola la destinazione dei fondi ad una misurabile diminuzione del gap di genere e del gap generazionale. Per far sì che le riforme coinvolte nell’attuazione del PNRR siano strutturali e producano risultati migliorativi nel lungo periodo, è necessario lavorare insieme sul policy-making, cittadini e istituzioni, per proporre e concretizzare misure efficaci per migliorare la condizione dei giovani e delle donne in Italia.

Il nostro ‘’ Women’s Policy Battle Report’’ propone una prospettiva regolativa “intersezionale” della materia, ed auspica l’inaugurazione di una nuova era di riforme, tenuto conto delle ingenti risorse disponibili per il prossimo ciclo economico. Tre le policy più incisive raccolte e presentate alla Camera, di seguito le più incisive:

  1. Tutela del posto di lavoro per le donne dopo la maternità. La policy proposta da una ragazza polacca, vincitrice della nostra policy competition, consiste in una protezione dell’impiego occupazionale della donna per un minimo di due anni post-maternità al fine di impedirne la disoccupazione. In assenza di tale protezione, la lavoratrice dovrebbe essere risarcita di una somma pari almeno all’85% dello stipendio che la stessa avrebbe dovuto percepire nel periodo considerato (di 2 anni).
    Perché questa proposta potrebbe rappresentare una sterzata positiva a favore delle donne italiane? Quando si indagano i divari di retribuzione e di accesso al mercato del lavoro, tutte le ricerche puntano il dito in una direzione molto chiara, arrivando a parlare di “pay-gap di maternità”. Il rallentamento nel reddito femminile, il crollo nei tassi di occupazione, la difficoltà nell’arrivare in posizioni di vertice: tutto questo avviene dopo la maternità.

    Per tutti questi motivi si deve proteggere il lavoro durante e dopo la maternità, perché è complesso, e quasi impossibile, rientrare dopo nel mercato e alle stesse condizioni, e spesso è difficile rientrarci del tutto. Tutelare il lavoro post-maternità è la strategia vincente per tutelare la parità di genere nel mercato del lavoro.
  1. Introduzioni di laboratori di Educazione alla Leadership. Tra le policy proposte, c’è quella di introdurre nelle scuole l’offerta di corsi gratuiti alle ragazze a partire dagli 8 anni inerenti alla leadership, al public speaking e al drafting.


Qui il tema è globale e non riguarda solo l’Italia o l’Europa. Nonostante i numerosi sforzi dei governi per costruire una società più equa, paritaria e inclusiva, i dati indicano una persistente mancanza di donne in posizioni di leadership. Secondo un rapporto OCCSE. le donne ricoprono poco più del 26% dei posti nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nei Paesi sviluppati. Se ci spostiamo dal privato globale alla sfera politica locale, in Italia solo 5 dei 50 comuni più popolosi sono guidati da ‘’sindache’’. In generale, come riporta l’Istat, l’85,% dei quasi 8.000 sindaci in carica sono uomini. Il dato peggiore è che non ci sono poche elette, bensì poche candidate.

Per colmare questo gap è necessario, in primo luogo ammettere che gli uomini partono in vantaggio, un vantaggio con radici storiche e culturali, e di conseguenza dotare le donne di un mezzo per recuperare il distacco. Dotarle non solo di competenze tecniche e accademiche (che già hanno, con dati statistici che rilevano performance superiori alla controparte maschile) ma di vere e proprie competenze di leadership. La leadership è una disciplina, una materia di studio, una skill che si può acquisire e perfezionare, per far sì che le donne siano in grado di ricoprire cariche di vertici, nel pubblico, nel privato e in politica.
L’efficacia delle politiche attinenti alle questioni di genere dipende da un duplice fattore, culturale e legislativo. L’analisi delle proposte della Women’s Policies Battle ha sottolineato la necessità di intervenire con misure effettive, che creino un impatto di long-term.

L’Italia sta muovendo i primi passi verso un’uguaglianza di genere concreta; tuttavia, questi passi devono essere più rapidi e più sistemici, soprattutto legislativi, ma anche culturali.

In particolare, l’urgenza di tutelare il lavoro in post-maternità si collega anche al dilemma demografico, diventando non solo una priorità per raggiungere la parità di genere, ma una priorità di sostenibilità economica per il paese. Non è solo un problema italiano, il calo demografico potrebbe mettere a dura prova l’Unione Europea. Il Parlamento europeo ne ha esaminato le cause e le possibili soluzioni. Il 2021 ha riportato un record negativo delle nascite italiane: 12 milioni in meno. Il crollo demografico ha conseguenze strutturali devastanti per l’economia di un paese, appesantendo il sistema sanitario e squassando il sistema pensionistico.

L’urgenza di investire per invertire la rotta della denatalità è stata sottolineata da tutti i partecipanti agli Stati generali della natalità, da Papa Francesco al premier Draghi. I ministri hanno partecipato ricordano gli investimenti in arrivo sul fronte della scuola, degli asili nido, gli aiuti alle giovani coppie per l’acquisto della casa e le misure contenute nel Pnrr per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile.

In un paese con un tasso di denatalità in continua crescita, contribuire a una società più equa e coinvolgere maggiormente le donne nel mercato del lavoro, tutelandole e incentivandole, significa non solo costruire un paese più democratico e paritario, ma costruire un paese economicamente più solido e più ruggente.

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